Cappelle funerarie

Nell’immediato dopoguerra, notevole è stata la sua presenza nella sistemazione di cappelle cimiteriali a Rieti, facilmente individuabili per impostazione architettonica e apparato decorativo.
La conoscenza degli stili e dei materiali, in particolare della qualità e resa cromatica dei marmi, lo guidarono nella ideazione ; l’arte monumentale classica, a partire da quella egizia, unitamente a elementi dell’architettura ravennate e al simbolismo cristiano, lo ispira nei prospetti che si presentano plastici nell’insieme architettonico, nelle scorniciature, negli accostamenti cromatici dei marmi e del travertino, negli elementi decorativi a bassorilievo, in affresco, a mosaico, a intarsio marmoreo e nel disegno stilizzato dei cancelli. Sono l’ingresso severo di una dimora abitata da storie e sentimenti, e apprestata a sostegno della speranza; l’artista vi interpreta la solennità della morte in un’architettura razionale e composta.
Rimarchevoli i prospetti delle cappelle Ricci e Scanzani, completati rispettivamente da una espressiva Deposizione in affresco, che riecheggia la delicata colorazione e la plasticità unitaria dell’affresco di Palermo, e da una serena Natività, in mosaico. Da menzionare ancora, tra gli altri, i prospetti monumentali delle cappelle Margaritelli, Fronzetti, Nobili, Pitotti- Cutore, e l’eleganza sobria e severa, tra le realizzazioni in travertino, della cappella Angelucci- Spadoni.
In quegli stessi anni a volte lo stile novecentista lascia il posto a interpretazioni più leggere ispirate ad una ornamentazione in stile neogotico che indugia sulla essenzialità del travertino, quasi ad alleviare la gravità dell’ambiente con il preziosismo del disegno, seguito dalle maestranze con vera perizia. Tra queste si notano le cappelle Turilli,Tosoni, Canali.
In un percorso simile a quello pittorico, volto al geometrismo ed alla sintesi, altre elaborazioni, nei decenni successivi, presentano prospetti nitidi ed essenziali per purezza e modernità di linee, per armonia di toni ed elegante levigatezza marmorea, a volte incisa da graffiti o ornata da mosaici o intarsi di diverso colore; ne risulta un’atmosfera serena che attenua l’assolutezza dei significati. Nel prospetto della cappella Bernardinetti , ad intarsio di marmo, una raffinata ed originale interpretazione adotta con modernità di concezione il simbolismo naturalistico delle stagioni per alludere alla fugacità del tempo, e forse anche al rinascere della vita. L’immagine musiva del Sacro Cuore illumina di giovanile serenità il caldo e stilizzato prospetto marmoreo della cappella Scopigno .
Generalmente gli interni riprendono lo stile delle facciate, talvolta perfino nell’arredo, e si arricchiscono di simboli marmorei, vetrate istoriate e satinate, dipinti e mosaici.
Tra i dipinti è da ricordare quello ad olio della cappella Tosoni, sul tema le Nozze di S. Francesco e la Povertà; ancora vicino allo stile novecentista, appare vivo per composizione e per un consistente approdo pittorico .
Tra le eleganti vetrate di tema religioso, monocrome, tracciate come graffiti con delicatezza di segno, sono rimarchevoli quelle opache di tono mistico dedicate a S. Francesco, nelle cappelle Antonozzi e Pasquali. Risale all’ultimo decennio la luminosità dorata e satinata dell’incisiva immagine del Buon Pastore nella cappella Scopigno, la cui solidità formale richiama la figura centrale del trittico della chiesa Regina Pacis. Una sola vetrata policroma fu elaborata nel dopoguerra con robusta scomposizione cromatica e poderosa volumetria: il S. Michele Arcangelo della cappella Sebastiani.
Nella elaborazione degli ambienti cimiteriali la figurazione musiva copre l’arco dell’ attività dell’artista: il colore, nelle sue varie tonalità e sfumature, è scomposto con mirati intenti pittorici in una sorta di divisionismo, e ricomposto nell’unità serena di figure e scene che, sorprendendo il visitatore con la loro intensità, lo accolgono benevolmente.
Le realizzazioni degli anni ’40 sentono ancora l’influenza novecentista, ma si esprimono in una nuova accentuazione del colore che le rende terse ed efficaci. Ne sono esempi notevoli i mosaici delle cappelle Margaritelli e Scanzani .
I mosaici degli ultimi decenni sono coerenti con l’evoluzione registrata nel resto della produzione; improntati a geometrismo astratto e schematismo lineare, perdono la volumetria e si dilatano in una purezza di ricercata ed intensa colorazione. La stilizzazione musiva delle cappelle Conti, Allegri e Angelucci-Spadoni ne è esempio.